CBD è l’acronimo di Cannabidiolo. Una componente della pianta di cannabis priva dei tipici effetti stupefacenti comunemente associati a questa pianta, dovuti da altri cannabinoidi come il tetraidrocannabinolo (THC). Per questo motivo il CBD viene venduto ed usato legalmente in moltissimi paesi.
Cos’è l’epatite?
L’epatite autoimmune si verifica quando il corpo produce anticorpi contro i tessuti del fegato. L’epatite può causare cirrosi epatica, insufficienza epatica o addirittura cancro.
La malattia viene trasmessa principalmente quando una persona non infetta ingerisce acqua o cibo contaminato da feci di un individuo infetto. Può anche essere diffuso quando il sangue, lo sperma o qualsiasi altro liquido corporeo viene trasmesso da una persona infetta a un individuo sano. Esistono cinque tipi di infezione. Il tipo di epatite D si manifesta solo quando è presente l’epatite B.
Come agisce il CBD contro l’epatite?
Negli ultimi anni, il CBD (cannabidiolo) si è dimostrato efficace nel trattamento di molte malattie nei test di laboratorio e negli studi clinici. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della Carolina del Sud, il CBD può essere usato come trattamento per l’epatite. Il CBD interagisce con i recettori endocannabinoidi nel nostro organismo per offrire sollievo dai sintomi dell’epatite autoimmune e virale.
La ricerca ha concluso che i recettori possono essere attivati per ridurre l’infiammazione epatica ed arrestare così la cicatrizzazione del fegato. Quando i cannabinoidi si attaccano al recettore CB2, aiutano a ridurre l’infiammazione di un fegato grasso e promuovono anche la rigenerazione. Il CBD aiuta ad alleviare il dolore da malattie del fegato e gli effetti collaterali causati dal trattamento tradizionale.
Che benefici si hanno usando il CBD per trattare l’epatite?
Usare l’olio di CBD per trattare l’epatite offre molti vantaggi. Il CBD protegge il fegato da lesioni acute. È stato condotto un test sui ratti che ha svelato la validità dell’utilizzo del CBD nel trattamento dell’epatite. I risultati hanno riportato una diminuzione delle lesioni al fegato.
Uno studio con questo metodo ha dimostrato che il CBD ha un impatto diretto sulle citochine pro-infiammatorie. Questa sostanza sopprime le citochine infiammatorie e protegge dai danni. Ciò aumenta la durata dei tessuti epatici sani, i quali continuano a filtrare rifiuti e tossine dal sangue.
Il CBD è anche noto per essere un eccellente antiossidante. L’ossidazione è un processo dannoso che si verifica come sottoprodotto quando gli enzimi epatici distruggono le sostanze indesiderate che si trovano nel sangue. Gli antiossidanti come il CBD aiutano a prevenire l’ossidazione. Il fegato umano digerisce le molecole che si trovano nel nostro sangue e avvia il processo di degradazione che viene terminato dai reni producendo urina. Il processo crea radicali liberi che sono ossidanti. Questi radicali possono causare danni alle cellule umane attraverso l’infiammazione a causa della loro reattività.
Il consumo di CBD aiuta a scomporre questi composti pericolosi che possono reagire in modo dannoso col DNA. Quando il CBD si lega ai radicali liberi, aiuta a prevenire eventuali danni che potrebbero derivare dal legame con importanti strutture cellulari. I radicali liberi si accumulano intorno al fegato esercitando quindi una pressione sulle cellule epatiche. I cannabinoidi agiscono come una guardia tra il fegato e il pericolo di questi sottoprodotti.
Effetti collaterali
Sebbene il CBD sia generalmente considerato sicuro, alcune persone presentano qualche effetto collaterale minore tra cui nausea, diarrea, sonnolenza, cambiamento dell’appetito, e secchezza delle fauci. Tutte queste conseguenze sono rare e facilmente reversibili, inoltre sono insignificanti se comparate con i possibili effetti collaterali dei farmaci generalmente prescritti contro l’epatite.
Posologia
Ogni individuo reagisce in modo differente al consumo di CBD. Il dosaggio raccomandato per ciascun prodotto e per ciascuna persona potrebbe variare di molto, creando confusione. Il dosaggio varia anche a seconda della concentrazione di CBD nell’olio. In media 25 mg di CBD al giorno risultano efficaci per la maggior parte della gente. Trovare il dosaggio ideale è importante per ottenere dei risultati poiché un’assunzione sbagliata può vanificare gli effetti.
Ogni individuo richiede un dosaggio personalizzato in base a diversi fattori. Il proprio medico di fiducia, o lo specialista da cui si viene seguiti, potrebbero offrire consigli su quanto CBD assumere. Un altro modo per trovare la dose migliore è sperimentare. Tuttavia, è importante iniziare con una dose piuttosto bassa. Bisogna mantenere le dosi inalterate per alcuni giorni di trattamento durante la sperimentazione in modo da poter determinare i risultati che la dose specifica sta dando. Per avere maggiori dettagli consultate il nostro articolo sul dosaggio e posologia del CBD.
Come assumere il CBD
Scegliendo di assumere l’olio di CBD per via orale, basta semplicemente posizionare le gocce sotto la lingua e tenere premuto fino a quando la sostanza non viene completamente assorbita. È importante non ingerire subito, ma aspettare che venga assorbito. Ciò rende l’assorbimento e l’effetto molto più efficaci. È possibile anche prenderlo sotto forma di capsule o mescolarlo in una bevanda (non alcolica).
Altri metodi per l’assunzione di olio di CBD comprendono lo “svapo”. Può essere inalato utilizzando vaporizzatori o inalatori diversi. Questo metodo garantisce uno dei più veloci assorbimenti e ha un effetto immediato. Si consiglia in particolare a chi soffre di emicrania grave, poiché il dolore sarà alleviato immediatamente. Tuttavia, non bisognerebbe svapare in caso di asma o qualsiasi altra malattia polmonare o se si è agli inizi, in quanto la quantità e l’effetto potrebbero risultare troppo elevati a causa della sua funzione istantanea.
Storie di successo
Molte persone hanno lodato l’uso del CBD per il trattamento di vari tipi di epatite. Marco*, che ha l’epatite e l’HIV, ha raccontato come abbia provato diversi farmaci per sopprimere il dolore e il pericolo causati dall’epatite. Afferma che sebbene i medici fossero riusciti a controllare l’HIV, si era dimostrato difficile controllare l’epatite C. Tuttavia, gli estratti dalla pianta di cannabis hanno permesso di ridurre i sintomi causati dalla malattia.
Marco* descrive la pianta come “un dono di Dio per noi”, e raccomanda a chiunque abbia l’epatite di provare a usarla. La sua esperienza conferma il valore dell’utilizzo di olio di CBD nel trattamento dell’epatite.
La ricerca sul CBD in relazione al trattamento per l’epatite
Un nuovo studio sugli effetti del CBD porta speranza per le persone che hanno l’epatite. Molti studi stanno dimostrando che la cannabis rappresenta un aiuto fondamentale che le persone con l’epatite stanno cercando da tempo. Sebbene vi possano essere minimi effetti collaterali derivanti dal trattamento, i vantaggi di questo farmaco sono indiscussi.
Ulteriori ricerche dimostrano che l’olio di CBD potrebbe essere migliorato e sviluppato ulteriormente per trattare ancora più efficacemente l’epatite B e fungere da antinfiammatorio per il controllo di questa malattia. Questa è una grande notizia per le persone che soffrono di cirrosi poiché si parla di una potenziale cura per la malattia.