Disturbi tiroidei e olio di CBD: come e quando utilizzarlo
Circa 20 milioni di persone, in America, soffrono di disturbi della tiroide. Secondo l’associazione “American Thyroid Association”1 vi è un’incidenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini. I medici, generalmente, prescrivo farmaci tradizionali per tenere sotto controllo i disturbi collegati ad uno scorretto funzionamento della ghiandola tiroidea.
Come sappiamo, le medicine tradizionali potrebbero non funzionare e, in alcuni casi, potrebbero portare a numerosi effetti collaterali. Per questi motivi le persone ricorrono sempre di più a rimedi alternativi. Tra questi, il CBD può essere un efficace trattamento alternativo per una serie di patologie e problematiche tiroidee.
Cos’è esattamente questa ghiandola endocrina e quali sono le patologie maggiormente riscontrate? Vediamole insieme.
La tiroide è una ghiandola che ricorda la forma di una farfalla, formata da due lobi e situata nella parte anteriore della gola. Quest’organo riveste un ruolo fondamentale nella regolazione del nostro organismo. Produce e rilascia due ormoni fondamentali: T3 (triiodotironina) e T4 (tretraiodotironina). Questi ormoni controllano il metabolismo cellulare e quello corporeo. Inoltre, la ghiandola tiroidea gestisce numerosi processi, come la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, la regolazione del peso, dell’umore e dei livelli di energia fisica e mentale partecipando alla conversione del cibo in energia, in modo che l’intero organismo funzioni in maniera corretta.
I problemi legati ad uno scorretto funzionamento ghiandolare sono spesso il risultato di una produzione atipica degli ormoni tiroidei. Per verificare la funzionalità tiroidea vi sono analisi di tipo visivo e strumentale. Le analisi del sangue vanno a ricercare i livelli di ormoni tiroidei T3 e T4 e l’ormone TSH nel sangue. Altri esami da fare sono la scintigrafia e l’ecografia.
CBD e sistema Endocannabinoide, il loro impatto diretto sul rilascio dell’ormone tiroideo
Vediamo ora come agisce il CBD ( cannabidiolo) sul sistema endocannabinoide del corpo umano, portando effetti benefici per i disturbi legati ad un funzionamento non corretto della ghiandola tiroidea.L’ECS (sistema endocannabinoide) del corpo umano esercita la sua forte influenza in diversi modi. Ad esempio, regola l’equilibrio all’interno di vari processi, come la funzione tiroidea. Secondo un articolo pubblicato dal National Institute of Health (NIH)2, gli scienziati hanno scoperto che le cellule della ghiandola tiroidea sono fornite di recettori dei cannabinoidi.
La messa al bando della pianta di canapa ha reso più complessa la ricerca in campo medico sui cannabinoidi e in particolare sul ruolo che essi svolgono nel trattamento di un disturbo della tiroide. Anche se la ricerca in ambito umano in materia non è ancora estesa, uno studio3 effettuato sugli animali nel 2002, ha scoperto che i recettori CB1 controllano il rilascio dell’ormone tiroideo. Inoltre, si è scoperto che la somministrazione di cannabinoidi aveva voce in capitolo nell’attività ormonale tiroidea. Nel 2015, un altro studio2 condotto dal NIH, ha scoperto che i recettori dei cannabinoidi possono teoricamente essere target terapeutici per lesioni tiroidee benigne e maligne. Quindi, l’assunzione di cannabinoidi che vanno ad interagire con questi recettori, portano beneficio anche per il rigenero delle lesioni alla tiroide.Inoltre, uno studio condotto dal Journal of Endocrinology ha mostrato come i recettori endocannabinoidi sono situati anche all’interno del cervello umano. Proprio questi recettori trasmettono segnali alla ghiandola tiroidea4. Questi studi, ancora in fase di approfondimento e sviluppo, mostrano come il cannabidiolo possa influenzare la funzionalità tiroidea e la salute generale del corpo.
I diversi disturbi della tiroide
Diversi tipi di patologie tiroidee possono essere causate da un disturbo della tiroide. Un disturbo è solitamente legato alle ghiandole che rilasciano troppi ormoni tiroidei (ipertiroidismo) o troppo pochi ormoni (ipotiroidismo). Altre malattie specifiche della tiroide sono:
Gozzo
Si tratta di un gonfiore, di natura non cancerosa, della ghiandola. La causa più comune del gozzo è una dieta scorretta e carente di iodio. Il gozzo può manifestarsi e colpire persone di qualsiasi età, anche se è particolarmente comune nelle persone di 40 anni o più. Anche l’utilizzo di determinati farmaci, la familiarità, l’esposizione alle radiazioni e la gravidanza possono favorire la comparsa del gozzo.
Noduli tiroidei
Questo tipo di disturbo endocrino è quasi sempre asintomatico. Quando manifesta segnali si presenta con dolore nella zona del collo, ipotiroidismo, difficoltà a deglutire e mancanza di respiro. In rari casi, si manifesta difficoltà nel parlare o raucedine. La maggior parte dei noduli che si sviluppano in questa zona non sono di natura pericolosa. Ma possono diventare cancerosi soprattutto negli uomini o in persone anziane.
Cancro tiroideo
Questo tipo di cancro è abbastanza raro, possono svilupparsi mutazioni del DNA in maniera spontanea o come risposta all’esposizione a sostanze tossiche ambientali che potrebbero modificare le cellule endocrine. Le alterazioni ereditarie spingono le cellule tiroidee a riprodursi in maniera incontrollata. Le cause e i fattori di rischio di questa malattia non sono, ad oggi, del tutto chiari.
Cos’è l’ ipertiroidismo?
L’ipertiroidismo è una malattia tiroidea che indica una ghiandola iperattiva. Le donne sono maggiormente colpite da questa condizione, mentre tra gli uomini abbiamo un’incidenza decisamente minore.5 Le condizioni che potrebbero favorire l’insorgenza di questa patologia sono: consumo eccessivo di iodio, infiammazione della ghiandola tiroidea, tumori alle gonadi, tumori benigni dell’ipofisi e quantità eccessiva di tetraiodotironina somministrata attraverso farmaci o integratori alimentari.
Inoltre, la malattia di Grave sembra essere tra le principali cause di questa condizione. Questa patologia, infatti, si riscontra in circa il 70% delle persone con ghiandola iperattiva e spinge quest’ultima a secernere una grande quantità di ormoni tiroidei. Anche la presenza di noduli potrebbero indurre la ghiandola a produrre ormoni in eccesso. Questo disturbo potrebbe provocare i seguenti disturbi:
Sintomi
• nervosismo e agitazione • irrequietezza • irritabilità • tachicardia • aumento della sudorazione • difficoltà a dormire • unghie e capelli fragili • pelle sottile • perdita di peso • debolezza muscolare • occhi sporgentiIl cannabidiolo può avere controindicazioni?
Se si utilizzano farmaci per regolarizzare la funzionalità tiroidea, sarà importante prestare attenzione alla presenza del pompelmo. Normalmente questo composto non è mai presente nei farmaci per disturbi tiroidei, ma consigliamo sempre di leggere bene l’etichetta per evitare spiacevoli inconvenienti. Questo perché il CBD viene metabolizzato nello stesso modo del pompelmo, per questo motivo, se i farmaci che si prendono non possono essere assunte con il pompelmo, non si potrà assumere nemmeno il CBD. Si consiglia, inoltre, di consultare sempre il medico curante prima di assumere CBD in combinazione con altri farmaci.Più di 85 farmaci interagiscono con il pompelmo, ovvero sembra che questo frutto possa aumentare o in alcuni casi diminuire l’assorbimento dei medicamenti6.
Consigliamo sempre di leggere bene l’etichetta per evitare spiacevoli inconvenienti. Si consiglia, inoltre, di consultare sempre il medico curante prima di assumere CBD in combinazione con altri farmaci.
Leggi questo articolo per saperne di più: Interazione tra CBD e altri farmaciCome il CBD può aiutare a trattare l’ipertiroidismo
Le persone che ne sono affette di solito avvertono numerose problematiche legate alla loro condizione. L’uso regolare di olio di cannabidiolo aiuta la ghiandola tiroidea e l’organismo ad alleviare i sintomi. Utile anche in caso di diarrea e scarso appetito, il CBD aiuta a controllare l’irritabilità, i disturbi legati al sonno, l’ansia. Inoltre, aiuta anche a regolarizzare la funzione cardiaca, i tremori delle mani ed eventuali disturbi muscolari ed articolare.
Cos’è l’ ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo è una condizione per cui la ghiandola tiroidea non è in grado di produrre abbastanza ormoni T3 e T4. Questo tipo di disturbo normalmente si manifesta con la malattia di Hashimoto, anche se non tutti i pazienti con questa malattia, presentano un quadro di ipotiroidismo. Tra i disturbi legati a questa condizione troviamo:Sintomi
• fatica • problemi di memoria • pelle secca • elevata sensibilità al freddo • stipsi • aumento di peso • depressione • riduzione della sudorazione • insonnia • anemia • bradicardia • debolezzaCome il CBD può aiutare a trattare l’ipotiroidismo
Le persone con problemi di ipotiroidismo hanno notato una riduzione significativa del mal di testa, spesso associato a questa condizione. L’uso di cannabidiolo porta miglioramenti anche in caso di dolori muscolari ed articolari, ripristina il ritmo del sonno, aiuta ad aumentare i livelli di concentrazione e memoria ed elimina la depressione..
Cos’è la malattia di Hashimoto?
Chiamata anche tiroidite linfocitica cronica, la malattia di Hashimoto è una delle cause più comuni di ipotiroidismo. Può colpire una persona a qualsiasi età, ma le donne di mezza età hanno maggiori probabilità di essere colpite. Il disturbo si manifesta quando il tuo sistema immunitario attacca erroneamente e lentamente annienta la ghiandola tiroidea, insieme alla sua capacità di produrre ormoni. Alcuni individui con casi minori di questa malattia potrebbero non mostrare segni evidenti. Infatti, la malattia potrebbe rimanere stabile per diversi anni, e i sintomi sono spesso impercettibili. Inoltre, i sintomi non sono specifici. In altre parole, condividono i sintomi di diverse altre condizioni, che includono:Sintomi
- depressione
- stanchezza
- leggero aumento di peso
- costipazione
- capelli secchi e diradati
- pelle secca
- mestruazioni irregolari e pesanti
- viso gonfio e pallido
- intolleranza al freddo
- gozzo o tiroide ingrossata
Come usare l’olio di CBD per l’Hashimoto?
Questa patologia viene anche definita tiroidite linfocitica cronica, ed è una delle cause più comuni di ipotiroidismo. Interessa persone di qualsiasi età e le donne hanno più possibilità di esserne colpite. Il disturbo si manifesta quando il sistema immunitario attacca la ghiandola tiroidea e, per questo, viene definita una malattia autoimmune. Alcuni individui potrebbero non mostrare segni evidenti di questa malattia, poiché tende a rimanere stabile per diversi anni con fastidi spesso lievi, come ad esempio pelle secca, mestruazioni irregolari ed abbondanti, viso gonfio e colorito pallido, intolleranza al freddo.
Questa condizione tende a colpire la persona sia da un punto di vista fisico che psichico. L’olio di CBD agisce molto bene andando a riequilibrare e a sostenere l’omeostasi del corpo.Cos’è la tiroidite?
Cosa intendiamo con il termine tiroidite? Può essere trattata efficacemente con olio di CBD? La tiroidite è una condizione composta da molteplici disturbi che portano all’infiammazione della ghiandola e può causare livelli molto bassi di ormoni tiroidei nel sangue. La malattia è considerata un disturbo autoimmune poiché la ghiandola viene attaccata causando danni alle cellule ed infiammazione.
La causa potrebbe essere un’infezione batterica o virale oppure l’utilizzo di alcuni farmaci che danneggerebbero la struttura ghiandolare.
Tra i vari sintomi e segni di tiroidite abbiamo:
Sintomi
• depressione • fatica • aumento di peso • intolleranza al freddo • crampi muscolari • capelli e pelle asciutti • diminuzione della concentrazione • stipsi • sonnolenza • gonfiore delle gambe • occhi gonfiIn che modo il CBD può aiutare chi soffre di tiroidite
L’uso di CBD porta numerosi benefici in caso di tiroidite poiché contiene immunomodulatori tiroidei, che rallentano il processo infiammatorio, alleviando i sintomi legati al disturbo.
Corretto dosaggio di olio di CBD per i problemi di tiroide
Vediamo adesso come utilizzare l’olio di CBD per risolvere ed attenuare i sintomi legati a disturbi tiroidei. Ci sono molti modi per utilizzare il CBD, ma l’utilizzo dell’olio di alta qualità è il metodo più efficace e veloce. L’olio può trasportare molte molecole di cannabinoidi rispetto ad altri tipi di prodotto contenente solo CBD. Inoltre, questo composto può essere ingerito rapidamente senza difficoltà da tutti. Le gocce si assumono direttamente sotto la lingua, aspettando circa 90 secondi prima di deglutire. Raccomandiamo il metodo Step-Up secondo Leinow e Birnbaum7. Assumere inizialmente una dose bassa e gradualmente aumentare fino a ottenere l’effetto desiderato. Per sapere come dosare correttamente il CBD, leggete la nostra guida al dosaggio del CBD.Conclusioni
La cosa molto interessante del trattamento con CBD per malattie tiroidee è l’approccio che permette con un singolo prodotto di trattare molteplici disturbi legato alla ghiandola tiroidea. Si può utilizzare, infatti, per ipotiroidismo, ipertiroidismo, gozzo o tiroidite. Vi sono diversi studi che ne documentano l’efficacia nella regolazione della funzione tiroidea legata ai recettori del sistema endocannabinoide interno.
Ricordiamo che non parliamo di thc ma di cannabidiolo, anche se entrambi sono principi attivi contenuti nella pianta di canapa. Il thc è utilizzato, però, a scopi ricreativi e non curativi, possedendo effetti psicotropi e psicoattivi.
Riferimenti
- American Thyroid Association. (2019). Thyroid Information | American Thyroid Association. [online] [↩]
- Lakiotaki, E., Giaginis, C., Tolia, M., Alexandrou, P., Delladetsima, I., Giannopoulou, I., Kyrgias, G., Patsouris, E. and Theocharis, S. (2015). Clinical Significance of Cannabinoid Receptors CB1 and CB2 Expression in Human Malignant and Benign Thyroid Lesions. BioMed Research International, 2015, pp.1-7. [↩] [↩]
- Porcella, A., Marchese, G., Casu, M., Rocchitta, A., Lai, M., Gessa, G. and Pani, L. (2002). Evidence for functional CB1 cannabinoid receptor expressed in the rat thyroid. European Journal of Endocrinology, pp.255-261. [↩]
- Pagotto, U., Marsicano, G., Cota, D., Lutz, B. and Pasquali, R. (2006). The Emerging Role of the Endocannabinoid System in Endocrine Regulation and Energy Balance. Endocrine Reviews, 27(1), pp.73-100. [↩]
- Hormone.org. (2019). Thyroid | Hormone Health Network. [online] [↩]
- Fondazione Umberto Veronesi. 2020. Attenti Al Pompelmo, Se Si Assumono Certi Farmaci | Fondazione Umberto Veronesi [↩]
- Leinow,, L. and Birnbaum, J. (2017). CBD: A Patient’s Guide to Medicinal Cannabis. North Atlantic Books. [↩]